Schifo

Durante la pubertà, pregavo spesso Gesù Cristo la sera a letto: “ti prego, fa che non sia frocio” (o forse dicevo gay, per parlare in maniera più corretta con dio). L’ho fatto per un bel po’ di anni, da quando ho iniziato a sentire le pulsioni verso i maschi e a metterle in pratica nei giochetti tra amici.

Questi consistevano prima di tutto in una lunga serie di goffi approcci: ci guardiamo un film porno? Quanto sarebbe bello farsi fare un pompino? Ma tu ce l’hai grosso? Se mi fai una sega te lo succhio. Io, in realtà, lo facevo solo perché avevo paura che l’altro in questione pensasse che fossi frocio. Quello che volevo, invece, era semplicemente succhiarglielo, aldilà del ricevere una sega o no. Il senso di colpa diffuso dai preti e la vergogna figlia del bigottismo ci spingevano a fare questo teatrino, quando invece avevamo solo un’immensa voglia di provare, di godere. Superato questo primo scoglio, si passava finalmente all’azione, dove ansimanti e tremanti si godeva. Appena dopo l’orgasmo tornava il senso di colpa, la vergogna, fino allo schifo. Tutta l’omofobia che inzuppava le nostre vite, si manifestava fisicamente in questa sensazione di schifo, per la sborra ingoiata, per il cazzo succhiato, ma soprattutto verso noi stessi. E allora, nonostante spesso poco dopo a casa mi masturbavo ripensando al tutto e godevo di nuovo, la sera a letto pregavo Gesù bambino, che per fortuna non mi ha ascoltato.

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During puberty, I often prayed to Jesus Christ in bed at night: "please don't let me be a fagot" (or perhaps I said gay, to speak more correctly to god). I did it for quite a few years, ever since I started feeling urges towards males and putting them into practice in games between friends.

These consisted first of all in a long series of awkward approaches: do we watch a porn film? How nice would it be to get a blowjob? But do you have a big one? If you give me a handjob I'll suck it. Actually, I only did it because I was afraid that the other person would think I was a faggot. What I wanted, however, was to simply suck him, regardless of receiving a handjob or not. The sense of guilt spread by priests and the shame born of bigotry, pushed us to do this little theatre, when instead we only had an immense desire to try, to enjoy. Once this first obstacle was overcome, we finally moved on to action, where panting and trembling we enjoyed ourselves. As soon as after the orgasm, the sense of guilt and shame returned, to the point of disgust. All the homophobia that soaked our lives manifested itself physically in this feeling of disgust, for the cum swallowed, for the cock sucked, but above all towards ourselves. And then, even though I often masturbated shortly afterwards at home thinking about what happened and enjoying it again, in the evening in bed I prayed to baby Jesus, who luckily didn’t listen.