Cuba #1

Il primo giorno del mio viaggio in solitaria a Cuba, giravo per le strade di L’Havana eccitato e agitato. Poi un tipo mi ha abbordato e la tensione é scesa, abbiamo bevuto un caffè e mi ha portato al mercato dove ho comprato un paio di mango e banane, cambiando i Peso Convertibile in Peso Cubano. Poco dopo che il tipo si è dileguato, un altro tipo molto grande mi si presenta come poliziotto e mi carica in macchina, ero colpevole di aver cambiato i soldi al mercato. La macchina aveva le maniglie rotte e alla guida c’era un tipo ancora più grande che mi guardava solo dallo specchietto retrovisore. Mi prende il passaporto, mi bombarda dicendomi che tutti i turisti sono scemi, che devo pagare una multa, vuole anche farmi prelevare ma la mia carta non funziona. Nel frattempo la macchina si allontanava sempre di più dal centro e io piano piano iniziavo a capire. Gli ho chiesto di fermare la macchina e gli ho offerto tutti i soldi che avevo, volevo solo uscire da quell’auto! Finalmente libero, non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi e volevo tornare a casa. Ho pregato un tassista di accompagnarmi con i pochi soldi che mi erano rimasti. Arrivato alla casa particular dove alloggiavo, mi sono chiuso in camera con le persiane abbassate, l’aria condizionata e la TV che trasmetteva telenovela brasiliane. Ogni tanto dovevo scappare al bagno, il litro di succo di mango che mi ero scolato a colazione, nonostante il padrone di casa mi consigliava di non esagerare, mi aveva dato la diarrea.

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On the first day of my solo trip to Cuba, I walked the streets of Havana excited and agitated. Then a guy approached me and the tension dropped, we drank a coffee and he took me to the market where I bought a couple of mangoes and bananas, changing the Convertible Peso into Cuban Peso. Shortly after the guy disappeared, another guy, very large, introduced himself to me as a policeman and put me in the car. I was guilty of changing money at the market. The car had broken handles and there was an even bigger guy driving who was only looking at me from the rearview mirror. He took my passport, bombarding me by telling me that all tourists are stupid, that I have to pay a fine, he also wanted me to withdraw money, but my card didn't work. Meanwhile the car moved further and further away from the center and I slowly began to understand. I asked him to stop the car and offered him all the money I had, I just wanted to get out of that car! Finally free, I had no clue where I was and just wanted to go home. I begged a taxi driver to take me with the little money I had left. Once I arrived at the Casa Particular where I was staying, I locked myself in the room with the shutters down, the air conditioning on and the TV broadcasting Brazilian telenovela. Every now and then I had to escape to the bathroom, the one liter of mango juice that I had downed for breakfast, despite the landlord advising me not to overdo it, had given me diarrhoea.